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RIPARAZIONI e RESTAURI - macchine per scrivere storiche o famose SIM N.6 (Oliver portatile) - Anni 1935 - 1939 Interventi riparativi - rullo danneggiato da profondi solchi e indurito dal tempo Si
tratta di una macchina portatile degli anni Trenta, costruita in varie
nazioni d'Europa sotto moltissimi nomi e marche oggi poco conosciute ma
all'epoca famose per vendere prodotti economici. La SIM
contraddistingue un modello costruito in Italia che era però
disponibile, praticamente identico, anche sotto il nome di Littoria,
Vittoria, e altri nomi vagamente o esplicitamente riferentisi alla
dittatura fascista in corso. Purtroppo, però, il periodo di pre-guerra
che imperversava soprattutto in Italia imponeva scelte costruttive
economiche e materiali poveri. In particolare i metalli necessari per
costruire una macchina per scrivere all'onor del mondo, vale a dire
acciaio, erano nel nostro paese da escludere poichè dirottati
all'industria bellica. Quindi si impiegavano ferri con basso tenore di
carbonio, più facili da ottenere e da lavorare ma purtroppo più inclini
all'usura, alla deformazione a all'ossidazione spontanea. Non erano
macchine pensate per durare decenni, insomma. La cosa è vieppiù
notevole se pensiamo come nella nazione europea più impegnata nella
seconda guerra mondiale, vale a dire la Germania, esistesse
un'industria
meccanografica che riusciva a produrre macchine per scrivere eccellenti
anche in condizioni di autarchia peggiori delle nostre, impieganti
metalli di ottima qualità. Oggi
scrivere su una macchina per scrivere tedesca (Adler o Triumph ma anche
Olympia) dell'età di pre-guerra o guerra è mettere le mani su un
oggetto solido e preciso. Invece gli italiani avevano a disposizione
oneste macchine per scrivere... piuttosto fragili. Con viti che si
spanavano, caratteri che si dissaldavano o perdevano l'allineamento,
infiorescenze di ruggine, e altro ancora.
Il gentile amico
signor Gianfranco Q., musicista di professione e
collezionista di macchine per scrivere per diletto e vocazione, mi ha
recentemente sottoposto una SIM 6 davvero tenuta bene. Lucida di
carrozzeria e con la valigetta in condizioni eccellenti, la macchina
presentava però alcuni seri inconvenienti, il più critico dei quali era
il
rullo indurito e praticamente non più facente le funzioni di rullo,
anche pesantemente danneggiato da alcuni scavi molto profondi (circa 3
mm. in alcuni punti).
Da tempo mi sto impegnando nella ricerca di artigiani o piccole industrie che possano lavorare i rulli di gomma, ma in Italia la cosa è del tutto inutile (*); i tanti lavoratori e artigiani del settore sono ormai estinti e i tornitori esperti sulle macchine per scrivere non sono semplicemente più al mondo. Quindi ho cominciato a contattare all'estero trovando qualche piccola possibilità. Ma a questo punto volevo anche tentare un esperimento che da qualche anno mi sconfinfera e per il quale ho anche qualche strumento particolare. Così, dato che il Maestro Q. mi ha dato il tempo per riflettere e per sperimentare, sto ottenendo un risultato che sta andando al di là delle mie più rosee aspettative. Illustro qui l'andamento dei lavoro ora che mi trovo a un passo dalla riconsegna. ![]() ![]() Ecco il problema più grave. Profondissimi solchi, chissà come e perchè prodotti, danneggiavano irrimediabilmente la superficie del rullo. In tali condizioni è impossibile scrivere, le lettere non possono restare impresse sulla carta in queste zone. Aggiungiamo le curvature del rullo e il fatto che la gomma NON è più gommosa e anzi dura come il ferro. Quindi i caratteri non impattano correttamente e lo scritto è pesantemente penalizzato. La gomma del rullo è critica anche per le saldature dei caratteri sulle leve. ![]() Ecco l'anima di legno del rullo. L'anima in legno è certamente economicissima da produrre: richiede un tornietto solamente e non dobbiamo pretendere eccelsa precisione nel centraggio dei supporti del rullo ma, insomma, per i poveri italiani in tempo di guerra la macchinina andava benissimo così anche se lo scritto era disallineato e le battute poco omogenee. ![]() In contrasto con il rullo, la macchina è in più che buone condizioni. I caratteri lucidi e puliti, le cromature ancora buone, la verniciatura ancora lucida. La valigetta in ottime condizioni. Possiamo giudicare come questa macchina sia stata usata per un breve periodo di tempo e sottoposta a qualche intervento riparativo davvero dequalificante: il supporto della leva dell'interlinea riporta una vite sbagliata, senza il giusto colletto o priva di un elemento tubolare interno, sostituito con del nastro adesivo (intervento relativamente recente) e la mancanza dei coperchietti copribobine. Il fatto che la macchina sia in generali buone condizioni è certamente indice di una conservazione in un luogo asciutto per decenni. ![]() Il semplice supporto estemporaneo che mi sono velocemente costruito ha lo scopo di tenere perfettamente orizzontale il rullo per farlo ruotare e osservarne i difetti in termini di eccentricità e decentraggio. Questo piccolo sistema lo sto sviluppando, da alcuni anni, per aggiungerlo alla mia fresa a tre assi, proprio per permettermi di realizzare per fresatura, piccoli cilindri ma poichè dovevo lavorare su questa macchina, è stato giocoforza accelerare i tempi e costruire un piccolo accrocchio. Nonostante tutto la costruzione di questo telaietto ricopre certi canoni di precisione. ![]() Il telaio di supporto è fatto in due parti, di cui uno fisso e uno mobile, estraibile e anche inseribile dall'altra estremità. I due intagli a 45 gradi delle ordinate in vetronite millefori sono precisi al ventesimo di millimetro in entrambe le condizioni. Purtroppo non avevo il tempo di costruire anche il supporto adatto alla mia fresa, con viti di centraggio e simili sofisticazioni, così questo telaio è stato, dopo una serie di affinamenti nell'allineamento con il percorso della fresa, incollato con resine al piatto principale. ![]() In questo modo ho studiato le deformazioni del rullo e ideato le fresature da praticare per ottenere un elemento perfettamente cilindrico e perfettamente centrato ai due supporti (i semialberi su cui si fissano le manopole). Dopodichè sarà "facile", relativamente, procedere all'aggiunta di materiale per ritornare al diametro ottimale. Tra parentesi, il diametro ottimale del rullo di una macchina per scrivere è quello che incontra esattamente la curvatura dei caratteri: siccome nel campo delle macchine per scrivere vi erano alcuni standard che io non conosco per non averci mai messo le mani (mio papà poteva magari ricordarsi qualcosa ma ciò era compito dei tornitori), è stato giocoforza lavorare a ritroso, diciamo mediante retro-ingegneria. Essendo io un figlio d'arte, so per esperienza che è possibile sbagliare per eccesso e poi abbassare il diametro per smerigliatura fine. A un bel momento, la macchina stessa ci dirà che abbiamo raggiunto il diametro esatto ma, ancora una volta, per le macchine portatili economiche, non ci sarà bisogno di una precisione eccelsa. In questo caso mi è certamente consentito sbagliare di un paio di decimi di millimetro. ![]() Altra vista del telaio supporto cilindro. ![]() Il telaio di supporto viene quindi posato sul piano X della fresa a tre assi, artigianale anch'essa ma con la quale ho già realizzato alcuni lavoretti di modellismo davvero incredibili (infatti non ne parlo qui). Sulla destra ho fissato, mediante una piastrina di vetronite millefori forata in un punto solo e fissata alla rotaia praticando un altro foro e fissando con un bulloncino, il telaio. A sinistra, invece, devo inserire spessori per ottenere la perfetta orizzontalità dell'albero rispetto al percorso della fresa. Infatti, prima di posare il rullo e durante le tante operazioni di prova, un albero da 5 mm e lungo 300 mm era posato sulle ordinate del telaietto. Ruotando finemente tutto il telaio e inserendo spessori diversi ho adattato la posizione del telaio in maniera tale da ottenere un errore di meno di un decimo di millimetro. Il che è già tanto, e non volevo così tanto errore; la preparazione del telaio ha richiesto moltissimo tempo e alla fine ho dovuto incollare mediante resina epossidica il telaio al piatto. La precisione del percorso della fresa sull'albero era certamente intorno al mezzo decimo di millimetro, e avrei potuto fare ancora un pochino meglio. ![]() Altra immagine delle prove di allineamento. ![]() Finalmente monto la fresa cilindrica. Mi accorgerò, durante le prime fasi della lavorazione, che ho preso una fresa troppo piccola, ma non fa nulla ai fini della precisione (anzi...), diciamo che poi ho scelto una fresa più grande in modo da non lasciare troppo tempo moglie e figlia in casa senza il papà. ![]() La piccola fresa per modellismo che mi sono costruito solo un paio di anni fa lavora oggi su un oggetto troppo grande per le sue possibilità... ma con qualche trucco e molta inventiva riesco a lavorare anche su segmenti di 260 millimetri (anzichè 210 max imposti dai limiti fisici del telaio). Il prezzo è naturalmente un aumento del tempo di lavorazione. Naturalmente questo ed altri esperimenti serviranno per decidere di costruire una nuova fresa appositamente dedicata a simili lavorazioni. ![]() Altra vista della fresa per modellismo. Questa volta però essa deve lavorare su un oggetto che non può essere ripristinato una volta iniziata la lavorazione, e per questo motivo i passi saranno molto lenti e riflettuti. Le idee per una macchina dedicata alla lavorazione di rulli per macchine per scrivere sono tante e alcune anche dettate da queste nuove esperienze. Se dovessi comprare un tornio, la cantina non mi basterebbe più... quindi devo, come sempre, pensare a macchine piccole e versatili, adattate alle mie esigenze. ![]() La prima passata di assaggio. Le prime due, effettuate invertendo il rullo per poter lavorare su più di 230 millimetri (questo rullo è lungo 260), serviranno sostanzialmente ad abbassare il diametro per eliminare l'eccentricità e ridurre la profondità dei solchi. ![]() I danni del tempo sulla gomma: diventa dura, fragile, e salta via a briciole. In questo rullo, realizzato con tecniche estremamente economiche per via degli anni italiani di pre-guerra, pare proprio fabbricato da un'industria di pneumatici, dacchè il substrato a contatto con l'anima di legno è a tele incrociate. Quindi lo spessore della gomma è anche piuttosto sottile. ![]() Sulla destra il rullo non ancora fresato. A sinistra è partita la seconda passata. ![]() La produzione di truciolato di gomma è notevolissima ma questo aspetto è ben conosciuto dai tornitori di rulli di gomma. La differenza è che si tratta di polvere composta da granelli di diversissime dimensioni e molto asciutti. ![]() Invertito il rullo si procede a fresare l'altra estremità. Se ho fissato bene, ma molto bene, il telaio, l'errore della fresatura sarà di pochi centesimi, certamente meglio di quanto era il rullo all'origine negli anni Trenta. ![]() La seconda fresatura è stata molto profonda. Si nota come i danni sul rullo siano molto diminuiti in profondità. Il rullo a questo punto ha perso circa un millimetro e mezzo di diametro. ![]() Approfondisco ulteriormente perchè così facendo elimino anche l'eccentricità. ![]() A questo punto è necessario riempire le fessure rimaste con una resina che una volta polmerizzata rimarrà leggermente gommosa. Una volta indurita la resina, si passerà nuovamente il rullo sotto la fresa e poi, finalmente, si procederà alla ricopertura. Effettivamente si tratta di una lavorazione mostruosa ma per me è anche un modo per mettere a punto una tecnica che possa sopperire alla carenza di ricambi. La procedura si sta sviluppando lentamente perchè non posso rovinare questo rullo ma posso davvero, in futuro, usare rulli di macchine meno importanti. ![]() La domenica pomeriggio, finalmente, la fresa passa anche sulla resina. ![]() Il rullo fresato. Non una riuscita eccellente ma sufficientemente buona per permettere una ricopertura omogenea. ![]() La guaina termorestringente richiede una cottura in forno per circa venti minuti. Tiziana non era molto d'accordo circa l'utilizzo del fornetto elettrico, ma le ho detto che non ci sarebbe stata puzza di gomma. Il che è vero... dopo che ho bruciato anche un paio di fette di pane per maggior sicurezza. ![]() Il rullo ricoperto torna sotto la fresa per la finitura. ![]() Il rullo fresato è pronto. La superficie non è certamente come quella di un rullo nuovo originale, ma è certamente molto migliore di come era appena la settimana prima. Adesso bisogna vedere se la meccanica della macchina lo troverà compatibile. Nel caso di scrittura carente (diametro del rullo molto lontano dall'ideale) si potrà nuovamente fresare e ricoprire con un altro strato. Ma l'operazione richiederebbe parecchie altre ore di lavoro. ![]() Prima prova sulla macchina. Finalmente il rullo di gomma è opaco e sembra proprio in ottime condizioni. ![]() La scrittura non è perfetta ma è più che accettabile e solamente un vecchio tecnico meccanografico come me potrebbe obiettare qualcosa. Con un nastro nuovo il lievissimo difetto nel diametro del rullo (leggermente carente... si può comunque aumentare il diametro come dicevo poco sopra) sarà praticamente impercettibile. Che devo dire... è un lavoro di cui posso andare orgoglioso, perchè ho lavorato per uno sproposito di ore con criteri di estrema prudenza ma il risultato è andato anche oltre le mie aspettative. Ora la macchina ha bisogno di qualche altra lavorazione ma direi che questa SIM è stata salvata. Si nota qualche problema nel sollevamento del nastro da parte della forcella ma c'è anche da lavorare per ripristinare il funzionamento della leva interlinea e ricostruire i due copribobina. Ancora poche ore e il maestro Q. riavrà il suo gioiellino. ![]() |
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Philips - Brother - HP Hewlett Packard - Sony I miei clienti preferiti Professionisti, piccoli imprenditori, collezionisti, piccole aziende artigiane, appassionati della meccanica, famiglie che possiedono una macchina per scrivere o una calcolatrice con qualche problema. Ma anche tapini alle prese con computer bloccati, influenzati da virus, con dimenticanze di dati. Dispiace buttar via una macchina che è stata parte della famiglia fin da quando il papà o il nonno l'ha comprata, vero? La mamma l'ha usata per la tesi di laurea, il nipotino l'ha toccata e adesso non funziona più, è rimasta in cantina e si è ossidata, il cagnacc... ehm, il caro Fido l'ha fatta cadere e adesso salta la lettera "A"; Non buttare via la tua vecchia macchina prima di sapere se si può riparare ancora. Ma può valere ancora qualcosa? Ma può funzionare ancora? Si può riparare a un giusto prezzo? La risposta è: beh, proviamoci! Niente miracoli, niente promesse elettorali, niente soluzioni con cerotto e fil di ferro. Tanta professionalità, creatività, inventiva, ed esperienza al tuo servizio per soccorrere la tua macchina che ha visto giorni migliori e che tu vorresti rivedere nuovamente funzionante! |
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![]() disegno di Osvaldo
Cavandoli
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C.M.C.
Artigiano
di Cristiano Marino Casonati Laboratorio in Milano, via G. Washington 72 RIPARAZIONI, VALUTAZIONI, RESTAURI Macchine per scrivere meccaniche, eletriche ed elettroniche Calcolatrici meccaniche ed elettroniche, computer, stampanti, fax Dittafoni, registratori, radio, giradischi, piccoli elettrodomestici Contatti: Cel. 3397458418 - 3881981229 e-mail: criscaso@libero.it Partita IVA 08567600963 - Questo sito: copyright CMC Artigiano - 2014 |