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Macchine
per scrivere e calcolatrici
Olivetti Studio 42 - anno 1938 circa Interventi riparativi - restauro estetico Questa
pagina luglio 2015
La
Olivetti
Studio 42 è una macchina per scrivere prodotta in Italia tra il 1938 e
il 1950
circa e poi in Spagna nei primissimi anni Cinquanta. Si tratta di una
macchina
che Olivetti pensò per sostituire o eventualmente affiancare la MP1,
però
dotata di una meccanica relativamente più semplice, con lo scopo di
migliorare
l'affidabilità e il lavoro dei riparatori autorizzati, dato che la MP1
era
invece piuttosto complicata, delicata e difficile da smontare.
Progettata a
metà degli anni Trenta, in epoca di autarchia, è stata poi fabbricata
in tempi
di guerra con materiali molto scarsi ma possiede scelte tecniche
all'avanguardia e un'eleganza riconosciuta in tutto il mondo. Riproduzione di una pagina pubblicitaria Olivetti su una rivista popolare. Anno 1941. Si pubblicizza la MP1 (ICO), definita "portatile" e la Studio 42. Come si può notare, la pubblicità spinge il lettore a riempire un tagliando e a spedirlo all'Olivetti senza affrancare la busta! Tempi di guerra impongono tecniche di marketing fondate sulla convenienza! Ma la macchina è un gioiellino della meccanica italiana e molti ordinano in tal modo. Poi il venditore che correrà a casa ci farà firmare un contrattino con tante belle e piccole rate mensili. Notiamo anche che la Studio 42 è proposta, per la prima volta nel nostro paese, in diversi colori. Ho acquistato questo poster tanti anni fa al mercatino sui navigli di Milano. Nel periodo bellico
in
Italia i metalli pregiati scarseggiavano e quindi Olivetti doveva
fabbricare utilizzando ferro con basso tenore di carbonio: le macchine
che arrivano ai nostri tempi sono spesso danneggiate dal tempo più che
dall'usura. Però mi è recentemente capitato un esemplare della Studio
42 della prima serie, datato circa 1938-39, in più che discrete
condizioni meccaniche e di conservazione. A parte problemi di
allineamento, di malfunzionamento del giranastro e del piano Hh,
tecnicamente affrontabili con normali e corrette procedure tecniche, la
macchinina presentava un grave problema di scrostamento della
verniciatura rossa e un urto sulla cappottina che interessava anche tre
o quattro caratteri della parte estrema destra. Siccome la St 42 rossa
è piuttosto rara e dato che la tastiera appariva in ottime condizioni,
era davvero doveroso tentare di rimettere in ordine questo gioiellino.
Il grosso problema della verniciatura, che si sollevava letteralmente da tutta la superficie della carrozzeria, è dovuto al fatto che essa è realizzata in alluminio, un vero lusso per l'epoca; però l'alluminio richiede tecniche piuttosto costose sia per la produzione, che deve garantire una elevata purezza, che per la verniciatura, che deve essere fatta con cure meticolose. L'alluminio puro ha la caratteristica di ossidarsi in superficie in brevissimo tempo. La patina di ossido di alluminio, però, diventa più stabile ed impedisce ulteriore ossidazione. Così si può dire che l'alluminio puro non può esistere... e quando è ossidato è anche migliore! Però in simili condizioni non è possibile verniciarlo dato che non riceve alcun tipo di rivestimento. Il sollevamento della verniciatura delle Studio 42 è noto ed è vieppiù visibile ai giorni nostri; quasi tutte le macchine oggi esistenti soffrono di questo problema e non conta molto rispettare scrupolosamente le migliori norme di conservazione. E' chiaramente un problema dovuto alle forzose scelte industriali di produzione in tempi di estrema economia. Esperti del settore mi hanno spiegato che era necessario asportare tutta la vernice originale e sottoporre la carrozzeria a sabbiatura e a bagno di acidi per rimuovere la patina superficiale; successivamente si sarebbe applicata, mediante modernissime tecniche, una vernice moderna dello stesso colore di quella originale. Le problematiche sorsero quando ci accorgemmo che alcune parti della carrozzeria erano di modesto spessore e si rischiava di danneggiarla durante il bagno acido. Pesando rischi e benefici adottammo una serie di accorgimenti per realizzare la migliore riuscita possibile. Il risultato finale è andato oltre le nostre aspettative: la ditta lombarda a cui è stata affidata la delicata operazione ha rinnovato la verniciatura rossa con grande professionalità mentre io mi sono dedicato alla meccanica. La signora Letizia oggi possiede una Studio 42 che letteralmente strappa cenni di meraviglia e di ammirazione e può essere valutata molto oltre le cifre di mercato, non altissime. Vale la pena vedere alcune foto della lavorazione. La Studio 42 è appena arrivata
in laboratorio. La signora proprietaria di questa macchina mi ha
incoraggiato a fare tutto il possibile per riportarla a un elevato
grado di bellezza e funzionamento e la prima cosa da fare è un esame
tecnico accurato.
Osservando la macchina in tutte le componenti esterne cerchiamo tutti i danni causati dal tempo ed eventuali "incidenti" causati dalle persone che hanno operato sulla macchina. Settant'anni non passano senza lasciare traccia e annoteremo tutto quanto. La verniciatura appare sollevata praticamente dappertutto. L'alluminio impiegato da Olivetti negli anni dell'autarchia è certamente poco pregiato e la stessa verniciatura non eseguita correttamente. La meccanica della macchina è invece meglio conservata anche se non priva di problemi da affrontare seriamente. Ma la tastiera è davvero in ottime condizioni e quindi il restauro promette di riportare la macchina a un livello davvero più che apprezzabile. Il lavoro sarà, ancorchè lungo e difficoltoso, entusiasmante. Anche in zone dove apparentemente la vernice tiene, si notano crepine che fanno capire come l'alluminio si sia ossidato anche dopo la fase di verniciatura. La verniciatura è da togliere del tutto e il metallo andrà sottoposto a tecniche moderne di ripulitura e disossidazione. In questo punto si nota la deformazione del guscio di alluminio. Un corpo pesante ha impattato sulla cappottina provocando una deformazione della parete. L'alluminio però non è adatto a sopportare deformazioni contrarie a quelle già ricevute e in simili casi si rischia la rottura.Probabilmente non potremo raddrizzare la parete del fianchetto ma semplicemente regolare l'altezza della cappottina basculante. Fortunatamente la tastiera è ben
conservata. I cerchietti metallici andranno comunque ripuliti,
disossidati e lucidati uno a uno.
I piedini di gomma appaiono
disintegrati. Sarà necessario ricostruirli nella maniera più simile a
quelli originali.
Altra vista del fianchetto
destro.
Vista dei cinematici e del
piedino anteriore sinistro.
Inizia lo smontaggio. Il guscio di carrozzeria e le altre parti staccate devono essere rimosse con cautela e i gommini di sospensione, danneggiati, saranno sostituiti con elementi nuovi. Estrarre il rullo di gomma non è per nulla semplice e comporta attenzione e dolcezza. La meccanica della macchina
appare ed è sempre uno spettacolo.
Il fascino dei caratteri.
Mentre la carrozzeria è in
lavorazione, sto procedendo alla ricostruzione dei piedini.
Il wafer di PVC da cui uscirà, per fresatura, il piedino uguale a quello originale. I piedini in lavorazione. In basso a destra si vedono due piedini originali, del tutto distrutti. In alto gli elementi quasi pronti più uno di scorta (ancora grezzo) per eventuali imprevisti nel rimontaggio. A un bel momento arriva la
carrozzeria riverniciata. Quindi prepariamo gli elementi da unire
secondo l'ordine più appropriato. Qui vaschetta reggifoglio, righello
ed elementi del telaio premicarta superiore. In basso la finestrella e
il vetrino con il cartoncino stampato.
Il fondello. La Studio 42 era una macchina piuttosto lussuosa. Oltre a una carrozzeria in alluminio, scelta davvero raffinata nonostante i tempi duri, recava anche finezze come le sospensioni in gomma per la carrozzeria. Il guscio principale. Rivederlo verniciato così bene dà un senso di aspettativa enorme. I momenti del rimontaggio finale sono sempre emozionanti, si pregusta la vista della macchina rimessa a nuovo. La finestrella del logo è ripristinata dopo essere stata restaurata nei suoi componenti. Adesso il guscio deve essere applicato al telaio e per fare ciò occorre deformarlo leggermente. Si tratta dell'operazione più rischiosa poichè potrebbe provocare distacco della verniciatura. Occorre estrema attenzione, cautela e mano d'acciaio. Non è questo un lavoro per "appassionati", per dilettanti e per faciloni. Il logo Olivetti campeggia, discreto e non invadente, sulla finestrella frontale. Data l'eleganza della macchina il costruttore era giustamente orgoglioso nel firmarla. Il piedino va un po' faticosamente al suo posto. Gli altri tre saranno leggermente modificati e daranno meno problemi. Quando la macchina appare completa è sempre un'emozione. Il lavoro non è ancora finito, ci sono gli immancabili imprevisti che impongono nuovi smontaggi, regolazioni e altre sudate per la necessità di rimuovere nuovamente la carrozzeria ma è ormai chiaro che la macchina è diventata un piccolo capolavoro. La prima prova di scrittura in laboratorio. Immaginate chi ha usato questa macchina tantissimi anni fa. Adesso tocca a me e ancora devo eseguire regolazioni e rifiniture. Ma questa macchina merita anche foto e video in alta qualità. Con i miei modesti mezzi tecnici farò un piccolo documentario per il mio archivio, ma parte della documentazione fotografica eseguita durante la lavorazione sarà consegnata al cliente per ricordo. Altra foto in laboratorio. Altro piccolo tocco nella rifinitura. Sostituisco le bobine plastiche moderne con quelle metalliche che erano impiegate in origine. La macchina è così perfettamente rispondente ai canoni originali di quando è stata venduta. Foto per il mio archivio, perchè questa macchina e questo restauro lo meritano. Se ben conservata questa macchina scriverà ancora per decenni. Consiglio sempre al cliente una manutenzione accurata e regolare, e ciò termina il mio compito. Tocca al possessore della macchina farla durare il più a lungo possibile sottoponendola alle operazioni che sono un ottimo tecnico può eseguire. CMC Artigiano - Cristiano Marino Casonati Riparazioni,
restauri
e assistenza di macchine ed apparecchi delle marche: Philips - HP Hewlett Packard - Brionvega - Sony I miei clienti preferiti Il professionista e l'imprenditore che intendono dare un tocco di prestigio nell'ufficio e desiderano restaurare una macchina antica che era del papà o del nonno in azienda molti anni fa; il collezionista che non resiste all'acquisto di quella macchina sulla bancarella, la piccola azienda artigiana che vuole rimettere in servizio una macchina meccanica per particolari esigenze tecniche, appassionati della meccanica e dell'ingegneria, nipoti che ritrovano in soffitta la macchinina del nonno. Giornalisti che sanno ancora scrivere con la macchina e non sopportano la freddezza del computer per un articolo che richiede ponderatezza e profondità. Ma anche nipoti alle prese con il vecchio giradischi o fonovaligia che ronza o non funziona più ma che si vuole riportare in vita. Dispiace buttar via una macchina che è stata parte della famiglia fin da quando il papà o il nonno l'ha comprata, vero? La mamma l'ha usata per la tesi di laurea ma il nipotino l'ha toccata e adesso non funziona più; ma forse è rimasta in cantina e si è ossidata; oppure il cagnacc... ehm, il caro Fido l'ha fatta cadere e adesso salta la lettera "A"; il disco di Gino Latilla su quel fonografo non si sente più e... altro ancora. Non buttare via la tua vecchia macchina o il caro giradischi prima di sapere se si può riparare ancora. Ma può valere ancora qualcosa? Ma può funzionare ancora? Si può riparare a un giusto prezzo? La risposta è: beh, proviamoci! Niente miracoli, niente promesse elettorali, niente soluzioni con cerotto e fil di ferro. Tanta professionalità, creatività, inventiva, ed esperienza al tuo servizio per soccorrere la tua macchina che ha visto giorni migliori e che tu vorresti rivedere nuovamente funzionante! Sono anche attivo su: copia questo indirizzo: cmcartigiano.tumblr.com Ringraziamenti Questa mia piccola "impresa" è dedicata a Tiziana (la mia metà) e a Vittoria (il mio piccolo "quarto"). Tutto quello che qui vedete è stato realizzato grazie al loro supporto. E il tutto, pensate, solamente con il mio rimanente "quarto"! |