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Macchine
per scrivere e calcolatrici
Alcune macchine restaurate Interventi riparativi - restauro estetico Questa
pagina agosto 2016
Aggiornamento marzo 2017
Everest 90 anno 1941. Restauro minimale per... minimizzare anche la spesa. Il risultato è stato buono oltre le aspettative. Si tratta di un prodotto italiano... in tempi durante i quali i prodotti italiani erano, dovevano essere, economici e modesti. Infatti.
Una fonovaligia Geloso V284, anno 1962. Un apparecchio ben costruito e anche piacevole all'ascolto di qualunque disco. Suona più che bene anche dischi "moderni"; qui un Percy Faith del 1975. La Olivetti Studio 42 è una macchina che mi piace; credo che sia piuttosto screditata nel nostro paese ma personalmente la ritengo migliore della mitica MP1. Non
una scrittura eccellente... si tratta pur sempre di una Olivetti del
1944 o giù di lì. Però rimessa a posto e riverniciata. La macchina è
davvero bellissima.
Una Olivetti MP1 (familiarmente denominata ICO a causa del particolare marchio apposto proprio davanti al cestello poggiamartelletti) verde discretamente conservata. Su questa macchina è stato eseguito un restauro minimale per renderla funzionante e nuovamente scrivente. E' ancora molto bella nonostante le precarie condizioni di lavorazione in tempi di pre-guerra.
La macchina è perfettamente funzionante sebbene il rullo di gomma sia indurito dal tempo e per questo motivo occorre usare una certa cautela nello scrivere. Il rullo indurito produce bucatura della carta e alla lunga deformazione dei martelletti. In tali casi, volendo usare la macchina ugualmente, occorre avere mano leggera e precisa. Eventualmente inserire due fogli in macchina anzichè solo uno può aiutare a ottenere una scrittura decente. Sostituire la gomma del rullo è oggigiorno un'operazione critica poichè occorre rivolgersi all'estero.
Un apparecchio molto bello è il giradischi portatile Philips Garrard NG5156. Costruito nella prima metà degli anni Sessanta, è una specie di coacervo di tecnologie obsolete e scarsamente affidabili. Siccome è un Philips, è comunque sinonimo di prestigio ancorchè a prezzi popolari. L'amplificatore è a valvole e possiede un suono decisamente morbido e potente... ma è ottenuto con una testina piezoelettrica del tutto inadatta a riprodurre dischi stereo. La meccanica Garrard, poi diventata BSR, è una mefitica meccanica che dà un sacco di problemi per via delle parti metalliche che devono scorrere, girare, azionare altre parti e il tutto richiede una forza spesso superiore a quella che il piatto, azionato a sua volta da una puleggia in gomma e un pignoncino microscopico, può dare. In effetti funzionava bene solo per i primi sei felici mesi di vita dall'acquisto... poi occorreva far intervenire il tecnico per una manutenzione piuttosto accurata. Questo esemplare aveva problemi sia di meccanica che di testina. La meccanica è stata ripristinata quasi perfettamente ma la puntina è risultata introvabile, così come tutta la testina. La puntina, spezzata quella dei microsolco, ha dovuto essere sostituita estraendo il cantilever dal supporto in gomma siliconica e fissando al suo posto un nuovo cantilever BSR ST12. Il risultato è stato buono oltre le più rosee previsioni, tanto che mi sa che potrò ripetere tali operazioni su altre simili testine che finora non ho osato riparare.
Una
Valentine in ottime condizioni di conservazione. All'epoca della sua
presentazione, 1969, doveva essere una macchinina rivoluzionaria, nel
vero senso della parola. Destinata ai giovani e ai giornalisti,
scrittori e persone con personalità travolgenti, doveva essere venduta
a prezzo popolare. Ebbe un successo eccezionale e subito divenne anche
oggetto di desiderio per via del suo design e per via della campagna
pubblicitaria martellante e suadente. Ettore Sottsass oltre a
progettarne la forma, si occupò anche delle idee primarie circa il
marketing. Come dico in altre parti, come macchina non è un granchè
poichè si tratta della Lettera 32 ma oggi è talmente celebre e bramata
da valere cifre terrificanti. Si potrebbe dire: fortunato il possessore
di questo gioiello... ma pochi sanno che questa macchina nasconde
problemini che tra pochi decenni la renderanno irreparabile,
soprattutto nelle parti plastiche. Ma chi sono io per criticare la
Valentine? Così, ecco qui la Valentine sul tavolino.
Bello scrivere sulla Valentine. Dà un tocco di eleganza allo scritto. Sempre che si abbia qualcosa da scrivere... molti la vogliono a prescindere da ciò-
Una bellissima Olivetti Studio 44 restaurata a nuovo. Vale a dire anche riverniciata. Riverniciare le macchina ha senso per esemplari storici di un certo valore; è necessario sapere che il restauro a nuovo costa sempre più del valore commerciale della macchina su cui ci approcciamo, salvo rarissime eccezioni. Ma qualche volta il cliente rivuole a nuovo la macchina che è appartenuta ai suoi cari e questo è molto significativo e qualche volta anche commovente.
Hermes
Baby, prima serie, circa 1930. La prima macchina per scrivere
ultrapiatta. Prodotto svizzero, vale a dire dotata di una meccanica di
precisione ma con talune scelte tecniche piuttosto bizzarre. Però è un
fatto che sia ancora perfettamente funzionante nel 2015.
La celebre Olivetti Studio 44. La macchina preferita dai professionisti italiani degli anni Cinquanta-Sessanta. Essendo un'Olivetti non è un mostro di precisione, ma di affidabilità e robustezza, sì. Scrivere su questa macchina è davvero un'esperienza magnifica. Una Pica ben conservata e mantenuta arriva ai giorni nostri in splendide condizioni, dati gli ottimi materiali impiegati e l'eccellente fabbricazione.
Remington 12. La casa statunitense si immerse nel mercato delle macchine negli anni Settanta dell'Ottocento. I primi modelli erano piuttosto complicati e di impiego difficoltoso ma uno sviluppo continuo ha portato, intorno al 1923, a questo modello che possiamo definire "moderno" e dotato di caratteristiche tecniche che sono state standard fino agli anni Sessanta. Questa macchina è stata prodotta in più di un milione di esemplari e ha letteralmente invaso gli uffici di tutto il mondo. Mettere le mani su questa macchina è come sedersi a un pianoforte.
Come ho già scritto in un'altra pagina dedicata, il Brionvega FV1016 è un apparecchio fonografico piuttosto d'elite. In pieno boom economico italiano, anzi direi appena dopo, è un classico esempio di moderno apparecchio consumer di prestigio (e quindi costoso e prodotto in limitata serie).
Olivetti Lexikon 80. Seconda serie, anno circa 1953. Bellissima, e per l'Italia è la prima macchina con carrozzeria separata del telaio. Il telaio è in acciaio e robustissimo e per questo motivo su questa macchina schiere di giornalisti e dattilografi hanno fatto esercizio per tre decenni. Anche io a scuola, all'ITC per ragionieri Moreschi di Milano, dovevo esercitarmi su una L80. Mi piace sempre tantissimo e la trovo elegantissima nella sua semplicità.
Fonovaligia Faro anni Cinquanta. E' bello lavorare sugli apparecchi grandi, con il telaio di legno. Danno una sensazione di enorme spazio, in caso di problemi di ricambi è possibile implementare modifiche pazzesche... Però è bello, a un bel momento, risentire il suono della valvola che si sta riscaldando e il vecchio 78 giri. E la qualità audio non è per niente male. Certo, quei bracci pesantissimi...
La splendida Olympia Studio. Prodotta praticamente identica tra il 1948 e il 1966 è una macchina di altissima precisione tedesca. Si nota la differenza con le Olivetti, esempio la Studio 44. Questa macchina è come la Mercedes. Non cigola mai. Però richiede una manutenzione accurata e regolare, pena improvvisi blocchi definitivi.
Fonovaligia Philips 1957. Anche qui una valvola, con un amplificatore tutto sommato semplice. Però occhio agli imprevisti, come per esempio il trasformatore di alimentazione con tantissimi fili e il motorino sincrono. Questi apparecchi soffrono l'inattività. I problemi insorgono sia sulla meccanica che nell'elettronica. Uno degli aspetti più fastidiosi del restauro di apparecchi "antichi" è che non è facile far comprendere all'utente l'importanza di una costante manutenzione e dell'uso regolare e sistematico dell'apparecchio una volta riportato in vita. Un 78 giri italiano gira su questo apparecchio. Si tratta di una rara incisione di Franco Cerri.
La maestosa Olivetti M20. E' bellissima, pare un concerto sinfonico per la complessità meccanica. Scrivere su questa macchina è davvero emozionante ma mica tanto riposante. Se è ben conservata è anche un pezzo da collezione pregiato e prezioso. Prodotta in epoche pre-autarchiche, quindi con buoni materiali.
Olivetti Summa 15. Macchina calcolatrice a manovella. Il ciclo-macchina si compie in due fasi, azionando verso il basso la leva, che ritorna automaticamente a riposo verso l'alto. Se il freno centrifugo funziona bene la macchina calcola bene. Altrimenti... sono guai anche per redarre il bilancio. Questa macchina era la versione economica della calcolatrice, destinata alle piccole aziende e agli artigiani e commercianti in piccolo. All'epoca le macchine elettriche erano davvero costosissime. Immaginate un apparecchio per il lavoro da ufficio che costi come un anno di stipendio di un impiegato. Difficile da concepire, oggigiorno, vero? Ma negli anni Sessanta era così. La Summa 15 diede la possibilità a tante piccole aziende di accedere al calcolo meccanico.
Radiofonografo Allocchio Bacchini, anno 1954.
Olympia Studio 1962. Come si può notare, la macchina è sostanzialmente identica a quella poco sopra illustrata. La meccanica è quasi identica e dà ottime sensazioni durante la scrittura.
IME
400, calcolatrice
elettronica italiana a tubi Nixie, anno circa 1970. Questa macchina è
stata protagonista, svariati anni fa, di una bizzarra richiesta da
parte di un signore che era il fondatore dell'ordine dei... disordinati
o qualcosa di simile. Un giorno spiegherò in dettaglio la commissione
per rendere questa calcolatrice letteralmente impazzita. Vale a dire
che doveva sbagliare i cacoli apposta! E non è stato facile.
La
Everest era una piccola industria italiana che durante gli anni Trenta
iniziò a costruire macchine per scrivere. La sua storia finì negli anni
Cinquanta quando fu assorbita da Olivetti ma alcune macchine sono
ancora oggi apprezzate per design ed eleganza.
Praticamente identica, la modello S negli anni Quaranta e Cinquanta ebbe un buon successo commerciale e si fece vedere anche in giro per il mondo.
E' davvero bellissima. La Noiseless fu uno studio Remington avviato negli anni Venti e sviluppato per oltre trent'anni. Lo si trova anche su macchine standard e rappresenta un tentativo, non perfettamente riuscito, di rendere meno fastidioso al prossimo il lavoro notturno del giornalista o del professionista. Queste macchine richiedono, infatti, più forza muscolare per l'utilizzo e molta più cura nella manutenzione. Ma chi possiede una di queste macchinine in buono stato possiede un pezzo di altissima ingegneria meccanica.
Olivetti
MP1, per gli amici detta ICO. Ico sta per Ingegner Camillo Olivetti. E'
la prima macchina portatile
realizzata in Italia (1930), in un'epoca in cui gli italiani avevano
pochi soldini ma certamente molti avevano necessità di viaggiare con
uno strumento di scrittura e il regime fascista solleticava, suggeriva,
consigliava caldamente l'uso di prodotti nazionali anzichè acquistare
Remington... così Olivetti realizzò questa macchinina, piuttosto
complicata e leggermente capricciosa. E anche poco amichevole con il
tecnico. Esteticamente nulla di che, il design non era particolarmente
all'avanguardia. Un notevole salto in avanti sarebbe arrivato qualche
anno più tardi con la Studio 42.
Royal standard, anno circa 1938. Contrariamente a quanto farebbe supporre il nome, si tratta di una industria statunitense con un notevole successo commerciale fino agli anni Settanta. Questa in particolare era una macchina di qualità certamente inferiore alle Remington e probabilmente venduta a cifre minori; quindi abbastanza diffusa. Olivetti
Praxis 48. Anni Sessanta, una macchina non eccellente dal punto di
vista meccanico ma come sempre molto curata nell'estetica. Amata da
molti e detestata da... molti altri, specialmente tecnici. Infatti ha
scelte costruttive piuttosto economiche che la rendono fragile e
delicata e non adatta a un uso intenso. Era una elettrica per il
piccolo studio, per il professionista o il piccolo commerciante.
Molto bella poichè ben conservata e anche la valigetta è in ottime condizioni. Sulla pagina apposita la storia di questo lavoro con inaspettate difficoltà e imprevisti superati con creatività e moderne tecnologie.
Davvero bellissima e anche di un certo valore. Non stime elevatissime, ma questa serie è stata prodotta in pochi esemplari.
E
questa è una macchina non rarissima ma storica. La Remington Portable
rappresenta una pietra miliare nella storia della macchina per
scrivere. Una meccanica robusta anche se non semplice, materiali
duraturi e il felice acquirente la può tramandare anche ai nipoti, come
ovviamente sta realmente accadendo.
La Smith Premier 10 è una macchina che già dalla prima occhiata dà l'impressione di "antico". Infatti la tastiera estesa (cioè dotata di tasti che azionano separatamente il minuscolo dal maiuscolo) dichiara un cinematico semplice e di progettazione ottocentesca. La scelta costruttiva, imposta per ragioni di economicità produttiva in epoche in cui la macchina per scrivere era estremamente costosa e la si voleva vendere in volumi maggiori, è antiquata. Questa macchina è una delle ultime prodotte con questa architettura, poichè negli anni Dieci altri fabbricanti producevano macchine con cestello o carrello mobile per ridurre il numero di cinematici e rendere la scrittura molto più veloce. Negli anni Venti la tastiera estesa scomparve del tutto. Questa macchina è quindi una sorta di apparecchio di "transizione" ancorchè prodotta in un numero elevatissimo di esemplari.
Negli anni Sessanta, in epoche durante le quali le macchine calcolatrici elettroniche cominciavano timidamente a farsi notare, molte meccaniche manuali erano ancora prodotte e talune ancora a tamburi. Olivetti aveva in listino la Summa 15 ma la Facit svedese vendeva a volumi eccezionali questa macchina dai canoni meccanici degli anni Quaranta, portati all'eccellenza meccanica. Queste macchine possono lavorare per decenni e per calcolare le divisioni occorre anche imparare il calcolo a complemento.
Restaurata a
puntino, il tecnico si sente giustamente orgoglioso. In questa pagina la storia di
questo fantastico lavoro.
La Olivetti M40 nella seconda serie, anno circa 1939. Questa macchina è stata un grande successo di Olivetti ma meccanicamente, pur dotata di alcune innovazioni tecnologiche apprezzate anche all'estero, era costruita con materiali poveri e quindi oggi arriva spesso in cattivissime condizioni. Costruita fino al 1950 (terza serie), è arrivata infine a un livello accettabile di qualità, tanto che negli ultimi anni veniva ritirata con la vendita di altri modelli più recenti (esempio la Lexikon) e, dopo accurate revisioni e anche riverniciature, rivenduta nei paesi dell'Est, in Africa e in India. La M40 è stata prodotta in circa un milione di esemplari e ancora oggi se ne trovano tante a qualunque prezzo.
CMC Artigiano - Cristiano Marino Casonati Riparazioni,
restauri
e assistenza di macchine ed apparecchi delle marche: Philips - HP Hewlett Packard - Brionvega - Sony I miei clienti preferiti Il professionista e l'imprenditore che intendono dare un tocco di prestigio nell'ufficio e desiderano restaurare una macchina antica che era del papà o del nonno in azienda molti anni fa; il collezionista che non resiste all'acquisto di quella macchina sulla bancarella, la piccola azienda artigiana che vuole rimettere in servizio una macchina meccanica per particolari esigenze tecniche, appassionati della meccanica e dell'ingegneria, nipoti che ritrovano in soffitta la macchinina del nonno. Giornalisti che sanno ancora scrivere con la macchina e non sopportano la freddezza del computer per un articolo che richiede ponderatezza e profondità. Ma anche nipoti alle prese con il vecchio giradischi o fonovaligia che ronza o non funziona più ma che si vuole riportare in vita. Dispiace buttar via una macchina che è stata parte della famiglia fin da quando il papà o il nonno l'ha comprata, vero? La mamma l'ha usata per la tesi di laurea ma il nipotino l'ha toccata e adesso non funziona più; ma forse è rimasta in cantina e si è ossidata; oppure il cagnacc... ehm, il caro Fido l'ha fatta cadere e adesso salta la lettera "A"; il disco di Gino Latilla su quel fonografo non si sente più e... altro ancora. Non buttare via la tua vecchia macchina o il caro giradischi prima di sapere se si può riparare ancora. Ma può valere ancora qualcosa? Ma può funzionare ancora? Si può riparare a un giusto prezzo? La risposta è: beh, proviamoci! Niente miracoli, niente promesse elettorali, niente soluzioni con cerotto e fil di ferro. Tanta professionalità, creatività, inventiva, ed esperienza al tuo servizio per soccorrere la tua macchina che ha visto giorni migliori e che tu vorresti rivedere nuovamente funzionante! Sono anche attivo su: copia questo indirizzo: cmcartigiano.tumblr.com Ringraziamenti Questa mia piccola "impresa" è dedicata a Tiziana (la mia metà) e a Vittoria (il mio piccolo "quarto"). Tutto quello che qui vedete è stato realizzato grazie al loro supporto. E il tutto, pensate, solamente con il mio rimanente "quarto"! |